Thursday, August 28, 2008

"Considerare i parlanti catalano, galiziano e basco come cittadini di seconda categoria"


Lettera a Telecinco

Egregio Signor Consigliere Delegato Paolo Vasile,

Le scrivo per esprimere la mia protesta per l’adesione di Telecinco al “Manifiesto por la lengua común” [Manifesto per la lingua comune] che un gruppo di intellettuali nazionalisti ha pubblicato sul quotidiano EL MUNDO lo scorso 23 giugno.

Tale manifesto esige che vengano negati i loro diritti alle minoranze linguistiche della Spagna, sancendo il principio della loro ineguaglianza di fronte alla legge, con l’affermazione della superiorità della lingua castigliana i cui parlanti quindi, dovrebbero essere titolari di maggiori diritti rispetto ai cittadini che parlano il catalano, il galiziano o il basco come prima lingua. Se lo stesso ragionamento venisse applicato alle donne il manifesto sarebbe sessista; e se lo fosse alle persone negre, nessuno nutrirebbe dubbio alcuno sul suo carattere razzista. Si tratta quindi di un manifesto contrario alla Costituzione spagnola, che proclama l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Il manifesto però non si limita a considerare i parlanti catalano, galiziano e basco come cittadini di seconda categoria, e si spinge sino ad esprimere una posizione totalmente contraria alla diversità culturale ed al multilinguismo, realtà pienamente radicate nell’Europa dei nostri giorni. Opinioni come quelle del manifesto sono pericolose perché possono condurre alla discriminazione ed alla violenza ai danni delle minoranze, come purtroppo abbiamo già visto in altri contesti e momenti storici.

L’adesione della sua catena quindi è gravissima, perché un mezzo di comunicazione privato in regime di concessione dello spazio radioelettrico pubblico ha il dovere di promuovere i valori di democrazia, tolleranza, tutela e rispetto delle minoranze. La sua adesione a questo testo non solo rappresenta un’enorme mancanza di rispetto nei confronti della lingua e della cultura di alcuni dei più popolari professionisti che lavorano a Telecinco, ma anche contro lo stesso pubblico di Telecinco in Catalogna, cioè i suoi stessi telespettatori.

Ne deduco che la sua emittente considera me ed ogni altro telespettatore di lingua catalana, basca o galiziana come un cittadino di seconda classe e che quindi non siete interessati al mio consumo televisivo.

Le comunico quindi che d’ora in poi farò a meno di guardare Telecinco, un comportamento che raccomanderò ai miei familiari, amici e colleghi di lavoro. D’altra parte mi riservo la facoltà di protestare presso il Ministero d’Industria per l’uso inadeguato che Telecinco fa della sua concessione di spazio radioelettrico e di esercitare pressioni sugli inserzionisti affinché rinuncino alla contrattazione di spazi pubblicitari a Telecinco.

Cordiali saluti,

Salvador Molins i Escudé
Berga
Catalunya (Països Catalans)

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